NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI
DIFFUSIONE DELLE NUOVE CHIESE CON MESSAGGI SEDUCENTI
Da sempre il Veneto ha avuto presenze religiose non cattoliche, anche se si sono inserite nel territorio senza proselitismo, trovando accoglienza, rispetto, tolleranza. È sufficiente pensare alla presenza degli ebrei, degli ortodossi e dei valdesi e metodisti, entità non molto consistenti numericamente ma qualificate. È da ricordare come Venezia sia inoltre stata per secoli il centro dell’editoria, sia per gli ebrei che per i greci. Nel secolo XVI si sono stampate a Venezia le opere di Lutero.
Nuova è invece la situazione verificatasi a partire dal 1970, quando nel Veneto cominciano a diffondersi nuove Chiese e nuove religioni, con notevole carica proselitistica e con adesioni da parte dei cattolici.
Il fenomeno richiede pertanto un’analisi particolare circa il nuovo contesto culturale, circa l’attrattiva da esso esercitata allo scopo di una valutazione adeguata.
- Termini e forme particolari
Già la terminologia e la tipologia di queste nuove aggregazioni non sono condivise da tutti e chiaramente identificabili. La parola “sètta”, non gradita alle aggregazioni interessate, richiama la divisione da organismi religiosi preesistenti da un lato e la dinamica sociologica (radicalismo, controllo degli aderenti, etica distintiva, condivisione) dall’altro. Alcuni invece si dicono “movimenti” ed hanno come caratteristica quella di irradiare più che di inserire nella nuova proposta religiosa.
Preferiamo chiamare queste realtà “nuove Chiese”, se si riferiscono ai libri sacri classici come la Bibbia (o nuovi culti se si riferiscono ad altre religioni); “nuove religioni” se ai libri tradizionali ne aggiungono qualcuno, così da assumere una fisionomia peculiare.
Circa la tipologia potremmo distinguere i seguenti gruppi:
- forme para-cristiane o semi-cristiane: si riferiscono alla Bibbia o al cristianesimo reinterpretato;
- forme esoteriche: cercano illuminazioni speciali o si fondano sull’occultismo; arrivano anche a riferimenti satanici;
- filosofie e culti di appartenenza orientale: derivano o sviluppano l’Oriente;
- imprese socio-religiose: hanno obiettivi ideologici o politici precisi o offrono terapie a mali fisici-psichici.
Le peculiarità di queste Chiese e religioni obbligano a rivedere il concetto stesso di religione, dove la relazione con Dio diviene piuttosto generica e indiretta. Gli elementi costitutivi della religione dovrebbero essere:
- risposta alle domande di senso: significato ultimo dell’esistenza;
- riferimento a un essere soprannaturale o almeno a una forza soprannaturale;
- fede in questo assoluto e nella sua capacità di essere forza attiva per i singoli, per il mondo e per il cosmo.
Queste nuove religioni invece definiscono la religione come “una concezione generalizzata ed organizzata intorno alla natura, al posto dell’uomo in essa, alle relazioni fra uomo e uomo, ed a ciò che è desiderabile e non desiderabile nelle relazioni fra l’uomo e la natura e nelle relazioni interumane” (G. Cereti). Si vede come il rapporto con l’assoluto scompare, per la prevalenza di una concezione antropologica.
- Il perché della diffusione
Mentre nella società tradizionale l’esistenza era comune fra le persone e riceveva dalla religione il senso, nella società industriale ha assunto molte facce e la religione è divenuta un fatto soggettivo, non in grado di fondare la vita sociale e giustificare l’etica comune. Questo profondo cambiamento religioso ha portato alla frammentazione delle sètte. Le cause delle trasformazioni socio-culturali sono molte sono note.
È in atto in primo luovo una crisi delle ideologie, la quale ha favorito l’affermarsi della soggettività. Fra le due guerre sono entrate in crisi gli assoluti e i progetti politici globali. Crollato il mito del progresso continuo, è riemerso il “soggetto” e la sua personale autorealizzazione come fine prioritario. Con la soggettivizzazione delle scelte e dei comportamenti anche la religione è divenuta una scelta e di conseguenza si sono moltiplicate le proposte religiose.
La televisione in secondo luogo ha favorito la cosiddetta migrazione delle idee religiose, anche fuori del relativo contesto culturale. È significativo lo sviluppo nell’Induismo del movimento “Ramakrishna mission” (1897), religione che mai aveva conosciuto il proselitismo. Non meraviglia quindi il diffondersi nel mondo delle varie religioni e la loro differenziazione.
Come reazione alla mentalità secolare, pragmatica e materialista, in terzo luogo riemerge il sacro, quale risposta di rassicurazione. Di fronte alla crisi del senso e al politeismo dei valori, cause di paura, si nota il riaffiorare di un sacro diffuso, non ben identificato, che nasce dal negativo e conduce alla fuga. Ne sono prova l’apparizionismo, la ricerca del prodigioso, il successo dei maghi.
Alle cause precedenti si aggiunge inoltre una certa purificazione della Chiesa cattolica operata dal Concilio, con la conseguente marginalizzazione della pietà popolare, spesso intrisa di aspetti ambigui. Carlo Prandi osserva che nel post-Concilio si sono avuti fenomeni analoghi alla post-Riforma protestante, fra i quali la diffusione delle sètte, per il venir meno di una identificazione religiosa nel popolo.
- Attrattiva delle nuove Chiese
Queste nuove aggregazioni hanno indubbiamente ridato soggettivamente fiducia a persone in profonda crisi, alla ricerca del senso della vita. Esse hanno spesso manifestato chiaramente alcune carenze presenti nelle Chiese tradizionali e nelle religioni storiche, anche se alla lunga hanno creato negli aderenti nuovi problemi. Vediamo i motivi di attrattiva che esse esercitano.
- Ricerca di una esperienza diretta del divino.
Esse consentono di sperimentare direttamente una dimensione transpersonale e di sviluppare nella libertà forme emotive e mistiche. In Chiese molto povere di esperienza e talvolta molto razionali nelle espressioni, i fedeli semplici si sono trovati emarginati. Per questo sono rimasti profondamente colpiti del rapporto con Dio presentato da alcune di queste aggregazioni. Il problema è se l’emotività può durare e se risolve i problemi reali.
- Fascino del piccolo gruppo caldo e fraterno.
Alcuni fedeli in queste nuove Chiese hanno trovato il sorriso e l’accoglienza che non avevano trovato nelle loro Chiese precedentemente. La solitudine è uno dei mali della società attuale e quindi le relazioni umane autentiche esercitano un fascino particolare. Il pericolo è la regressione psicologica, tipica dell’ambiente protetto.
- Rivolta contro l’ordine costitutivo.
Il sistema nel quale viviamo è profondamente ingiusto ed oggi anche inefficiente. Queste aggregazioni spesso assumono un carattere di anticostituzionalità e di protesta sociale. Rimane perà la necessità di riformarlo, non di lasciarlo perchè corrotto.
- Predicazione entusiasta ed insistente.
Oggi è cambiata la comunicazione e i sistemi di apprendimento. Convince non tanto il ragionamento perfetto, quanto la sicurezza con cui si parla. È l’affermazione visiva che persuade. Di conseguenza l’insistenza entusiasta del proselitismo di queste aggregazioni e i mezzi elettronici usati finiscono per convincere. Le proposte, impegnative richiedono però riflessione e convincimento interiore.
- Recupero di valori cristiani.
Alcune di queste Chiese e religioni si presentano come cristianesimo autentico: uso della Bibbia, fedeltà al Vangelo, stile festoso di preghiera, punti fermi nella fede, ecc. L’autenticità è un impegno di tutti ed è una ricerca di pienezza. Gli aspetti particolari quindi vanno ricondotti alla globalità.
- Alcune valutazioni
Di fronte alla diffusione di queste nuove Chiese e nuove religioni ci si chiede quale futuro possono avere, oppure se siano solo espressione della crisi attuale. Le nuove aggregazioni religiose si caratterizzano da un lato per proposte emotive ed esperienziali, dall’altro per il rifiuto dell’impegno nel mondo.
Circa il primo aspetto, cioè le proposte emotive ed esperienziali, risulta assai difficile la loro trasmissione di padre in figlio. Poiché prevale una comunicazione martellante, iterativa, senza argomentazioni di supporto, essa dovrà essere continuamente ripetuta per persuadere. Quando verrà meno il leader carismatico e quando i figli chiederanno il perché, non sarà facile la continuità.
Circa il secondo punto, cioè il rifiuto dell’impegno nel mondo, finché permane la crisi possono rappresentare un rifugio alternativo (purché siano mantenute le promesse); quando però verrà meno la crisi e si riproporrà il come agire nel mondo, avranno ancora qualcosa da dire? Si capisce perché Johannes Gascard si chieda se siano “soluzioni per il futuro” oppure “liberazioni dal futuro”.
In ogni caso se è dovere rispettare la libertà religiosa, è doveroso chiedere anche che la libertà religiosa di tutti sia rispettata. Se queste nuove Chiese o nuove religioni usano nel proselitismo forme manipolative, non possono essere lasciate libere, come se sono causa di regressività psicologica, se strumentalizzano i libri religiosi di antiche religioni, se sviluppano forme di speculazione finanziaria.
(G. Dal Ferro)