NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI - PRIMA INFORMAZIONE
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IL DILAGARE DEI NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI
Da circa vent’anni, i nuovi movimenti religiosi sono approdati anche nel nostro Veneto, tradizionalmente omogeneo e saldamente legato al cattolicesimo e alla parrocchia.
Sono nuove chiese o nuove religioni, provenienti per lo più dagli Stati Uniti. Si caratterizzano per essere dissidenza nei confronti delle grandi chiese cristiane (cattoliche e protestanti), di cui conservano tuttavia alcuni elementi dottrinali, liturgici, morali; oppure per tradurre in termini occidentali alcuni messaggi orientali, mortificandone la profondità e la ricchezza, oppure per presentare la scienza e lo sviluppo umano come nuove religioni dell’umanità. Sono proposte calde, attraenti, ricche di suggestività e di protezione, orientate più ad accontentare le nuove ed esigenti esperienze soggettive che ad appagare il bisogno profondo di salvezza dell’uomo.
- Bisogno del sacro
Nella società attuale si è cercato nell’ultimo secolo di razionalizzare tutto, demitizzando ogni credenza. I maestri del sospetto (Marx, Freud, Nietzsche) anzi hanno insinuato il dubbio che dietro a ogni proposta religiosa si nasconda qualche potere occulto. Il “materialismo pratico” conseguente, ricco di comodità e di consumi, è però diventato una prigione, in quanto muto davanti ai problemi di senso dell’uomo, quali il perché nascere, morire, vivere, soffrire, godere, solidarizzare, condividere. Si capisce perciò come il “bisogno del sacro” si sia ridestato prepotentemente e l’uomo, magari agnostico o ateo, rincorra il miracoloso, le apparizioni, le proposte religiose più strane. Invece di ritornare alle antiche proposte della sua religione e della sua chiesa, egli ricerca esperienze religiose ricche di emotività, ma non altrettanto capaci di dare soluzione ai suoi veri problemi, per cui possiamo parlare di religioni della crisi più che di religioni che risolvono la crisi.
- Plagiati o convertiti?
Davanti alle proposte delle nuove chiese e dei nuovi movimenti religiosi, i cristiani meno preparati o sradicati per vari motivi dalle loro chiese, si sono non solo arresi, ma sono divenuti fanatici seguaci. Perché? Il discorso non è di facile soluzione, perché ogni storia umana ha una sua risposta.
Non è da pensare anzitutto, in linea di massima, che si tratti di plagio religioso. Non è neppure vero che le conversioni siano comperate con incentivazioni di denaro. Gli adepti di queste aggregazioni religiose spesso versano soldi più che prenderne.
Si tratta invece di cristiani che si sono smarriti nel rinnovamento della propria Chiesa e che hanno ritrovato nelle nuove proposte religiose la fede storica antica, espressa in precetti precisi, sollecitata dal severo giudizio di Dio, sorretta da una comunità piccola ed accogliente, rifugio protetto da un mondo divenuto complicato e pagano. In altri casi si tratta di cristiani alla ricerca di esperienze religiose sempre nuove, a cui non basta più la fede severa del Cristo morto-risorto, i quali hanno aderito ad espressioni religiose, che offrivano la possibilità di superare il senso di solitudine e di isolamento della città, che valorizzavano di più la loro persona e il loro corpo, che offrivano una esperienza diretta del divino dentro le pieghe della psicologia umana.
Se queste ragioni sono vere, queste nuove chiese o nuove religioni pongono alcuni interrogativi alle religioni e alle chiese istituzionali, che non hanno forse saputo rispondere ai nuovi bisogni dei credenti.
- Pluralismo o intolleranza?
Che fare di fronte all’invasione di queste proposte religiose?
Il pericolo maggiore dei credenti è quello di rispondere all’intolleranza con l’intolleranza. Il Vangelo ci invita a vincere il male con il bene e a non ricorrere mai alle varie forme di guerra, pur combattuta in vari modi. La libertà religiosa, proclamata dal Concilio Vaticano II (“Dignitatis humanae”), è rispetto per ciò che di più intimo c’è nell’uomo, la libertà, ed è convinzione che la verità non ha bisogno della forza per affermarsi.
Dai cristiani si richiede una conoscenza e una maggior sicurezza nella propria fede, in modo da non entrare in crisi per suggestioni provvisorie, perché sorretti dalla certezza dell’amore misericordioso di Dio, che ci ha rivelato la strada della salvezza. Occorre anche la pazienza del dialogo, che richiede capacità di capire l’altro e quello che dice, senza condanne aprioristiche e senza facili arrendevolezze. Quando il dialogo religioso si fa impossibile, non viene meno la possibilità del rapporto umano, fondato sulla comprensione dei drammi esistenziali delle scelte che ognuno fa.
Se c’è una preoccupazione è quella dei bambini e dei giovani, che devono essere difesi, nel periodo educativo, da proposte unilaterali e non motivate, ostacoli certamente della loro libertà religiosa.
(G. Dal Ferro)