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LA RIFORMA A BERNA, BASILEA, STRASBURGO

Nelle città-stato svizzere, e in altre con queste collegate come Strasburgo, il connubio fra abitudine democratica e interesse per i problemi civili e religiosi facilita l’ingresso della Riforma. Accanto a città che conservano la fede cattolica, sotto l’influenza asburgica, altre accettano le idee della Riforma protestante, mantenendo la propria peculiarità.
  • A Berna (Bertoldo Haller)
    Berna è una città nella quale le opere di Lutero erano conosciute. Il riformatore è Bertoldo Haller (1492-1536), compagno di scuola di Melantone, presente alla prima disputa di Zurigo. Di ritorno da Baden (1526), deve giustificare la sua assenza e provoca una disputa (1528) su 10 tesi ispirate a quelle di Baden. Si parla di Chiesa cristiana figlia della Parola, di Cristo unico capo, della cena, del purgatorio, delle immagini sacre, del matrimonio. La disputa vede una netta vittoria della parte evangelica. Nel 1532 il sinodo di Berna, dopo la secolarizzazione dei beni ecclesiastici, decide l’adesione alla Riforma, nella quale si stabilisce il dovere dell’autorità civile di far rispettare la dottrina e la vita evangelica e dei pastori di insegnare, amministrare i due sacramenti del battesimo e della cena e di essere irreprensibili nella vita.


  • A Basilea (Giovanni Ecolampadio e Guglielmo Farel)
    Basilea è la città nella quale Erasmo da Rotterdam esprime un umanesimo cristiano. Giovanni Ecolampadio (1482-1531) collabora con Erasmo per la traduzione in latino del Nuovo Testamento. Dopo gli infuocati interventi di Guglielmo Farel (1524), la Riforma ha delle battute di arresto e riprende con la nomina di G. Ecolampadio a pastore della Cattedrale (1529). Vengono ricusati gli abusi, fra i quali violenze e distruzione di immagini, e Basilea aderisce ufficialmente alla Riforma. I pastori sono preparati ed esaminati dal Consiglio della città. Ecolampadio già nel 1525 aveva scritto: “La Chiesa, al giorno d’oggi, ha preferito le tradizioni degli uomini alla Parola di Dio, ed è ricaduta sotto il giogo della legge (…). Le nostre opere non sono atti di espiazione, fa frutti della rigenerazione”. Erasmo teme di essere coinvolto con la Riforma evangelica e preferisce lasciare la città il 13 aprile 1529.


  • A Strasburgo (Matteo Zell, Wolfango Capitone, Martin Bucero, Gaspare Hedione)
    Data la posizione geografica fra la Germania e la Francia, Strasburgo è una città di grande importanza ed influenza. In essa lo stesso Calvino elabora la sua riforma, che poi diventa classica per le Chiese riformate. Il Consiglio guida la città con mano ferma e aderisce alla Riforma il 1 dicembre 1523. Qui vengono pubblicate dodici liturgie e un salterio con tutto il servizio divino di Wolfango Capitone. I riformatori sono nell’ordine: Matteo Zell (1477-1548), Wolfango Capitone (1478-1541), Martin Bucero (1491-1551), Gaspare Hedione (1494-1552). M. Bucero insegna all’Accademia e presenta in forma pratica a Giovanni Calvino le esigenze di una comunità riformata, dalla liturgia al canto, dall’insegnamento all’organizzazione. Bucero era particolarmente vicino ad Erasmo, di cui condivideva l’umanesimo. Matteo Zell è ricordato per la sua opera Responsabilità cristiana (1523). I riformatori accennati consegnano un “memorandum” sulle questioni di maggiore importanza nel 1532, al Consiglio che approva 16 articoli contro gli anabattisti (1534), insieme con la confessione tetrapolitana, che era stata presentata da Bucero alla dieta di Augusta (1530). Dopo di ciò Strasburgo ha un suo ordinamento ecclesiastico e un breve catechismo di M. Bucero sostituisce il precedente di Capitone.
(G. Dal Ferro)