SIKH
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SIKH - PRIMA INFORMAZIONE

LA FEDE DEI SIKH

Dei Sikh, gruppo religioso di circa 6 milioni in India, di quando in quando si sente parlare: sono persone educate al sacrificio, alla lotta contro l’ingiustizia e la dittatura. Nel secolo scorso si costituirono politicamente come “Stato nello Stato” e furono fiaccati da due guerre perse contro gli inglesi. Nel nostro secolo parteciparono alla lotta per l’indipendenza ed ancor oggi si fanno sentire, come nell’uccisione di Indhira Ghandi. Si presentano alteri, con il turbante in testa, spesso con un piccolo pugnale alla cintura. Sono numerosi fra i soldati.
  • Messaggio del Guru Nanak
    Essi nacquero da una ricerca religiosa orientata ad unire l’esperienza indù con quella musulmana.
    Il fondatore fu il Guru Nanak (1469-1539 d.C.), che visse come asceta (sadhu) dopo aver avuto, così si afferma, un incontro mistico a 27 anni, dal quale uscì dicendo “non ci sono indù, non ci sono musulmani”. Viaggiò per 24 anni predicando l’unicità di Dio “Semplice e Uno” (IKK), mai incarnato e del quale non si potevano fare immagini; indicò come meta necessaria la liberazione, attraverso la devozione amorevole, immergendosi costantemente nel nome del Signore. Rifiutò le forme esterne di devozione e predicò la liberazione del proprio egoismo (haumai), che acceca la “scintilla divina” presente in noi. Solo liberandosi dalle passioni è possibile realizzare la “Verità”, che conduce all’unione con l’Eterno, scopo ultimo dell’uomo. Il cammino spirituale è possibile solo sotto la guida del Guru, cioè di un maestro di spirito.
    Con il suo insegnamento il Guru Nanak rimproverò all’Induismo la divisione in caste, il politeismo, il rogo della vedova, il formalismo religioso; all’Islamismo la poligamia e la schiavitù della donna.

  • I successori
    La fede si istituzionalizzò quando il Guru Nanak nominò un successore, rendendolo uguale a sé, affidandogli la sua luce, chiamandolo “membro del suo corpo, parte di se stesso”. Il gesto fu ripetuto dai suoi successori, finché il decimo, Guru Gobind Singh (1666-1708 d.C.), fece del “Libro sacro”, che contiene il messaggio del Guru Nanak e di altri, il “nuovo Guru”. Da allora il Libro sacro divenne l’autorità perpetua, spirituale e storica dei Sikh, garante della coesione della comunità.
    Quando si visita un loro tempio, non si trovano immagini, ma c’è sempre qualcuno che legge notte e giorno brani del Libro sacro. Nei momenti importanti della vita (nascita, matrimonio e morte), si va al tempio e si fa leggere tutto il Libro sacro.
    I dieci Guru succedutisi dal 1539 al 1708 d.C. precisarono vari aspetti della fede e fecero del tempio d’oro di Amritsar, costruito in mezzo a un lago, il centro religioso.

  • Impegno politico
    I Sikh non rinunciarono mai all’impegno politico, proprio perché considerano il mondo “dimora propria del Dio unico e vero” e soggiorno dell’uomo, che ricerca la felicità anche materiale. Sono perciò aperti al progresso e alla modernità.
    Il decimo e ultimo Guru, Goding Singh, creò l’ordine marziale dei Khalsa, cioè degli “eletti di Dio”, che aggiungevano al proprio nome quello di Singh (leone) e che in seguito si contraddistinsero per cinque segni: i capelli non tagliati (raccolti sotto il turbante), un pettine nella chioma, un braccialetto di acciaio, pantaloncini corti, un pugnale. Costituiscono ancora oggi un corpo di completa abnegazione, disposti a tutto per la causa di Dio.
    Si capisce perché il loro intervento storico è spesso di forza e anche di guerra. Dopo la sconfitta subita con gli inglesi e la spartizione del Punjab, loro terra, nel 1947, fra loro c’è ora una intensa ricerca di identità religiosa, di studio del Libro sacro maestro di vita, di impegno nel servizio (seva) umile e assiduo reso agli altri. Permane tuttavia anche un forte senso comunitario e di appartenenza.

  • Identità aperta
    Nella fede dei Sikh si possono rilevare aderenze sia all’Induismo, che li considera una loro setta, sia all’Islamismo, che li considera un loro ordine religioso.
    Essi affermano che la loro fede non è esclusiva: “Il Tuo nome - così pregano mattina e sera - e la Tua gloria siano sempre trionfanti, Nanak, e nella Tua volontà, la pace e la prosperità vengano ciascuno e a tutti”.
(G. Dal Ferro)